Simbolismo del Serpente

12,00

IL SIMBOLISMO DEL SERPENTE
DALL’UROBÒRUS, AL FEMMININO SACRO
di Liam Allison Silcan
cod. 1314 – 290.324-ISBN 978-88-7392-160-8
brossura, 12×17 – pag. 144 (Libro n° 13) euro 12,00
Grafica di Copertina di E. Musciàd

Simbolo ancestrale polistratificato ed esoterico, quello del Serpente attraversa tutti
gli ambiti umani, dalla Religione, alla Psicologia, dal Mito all’ Alchimia Ermetica
Un Simbolo esoterico, religioso, mitico, totemico, che percorre tutta la storia dell’uomo.

 

Descrizione

dall’ Introduzione

Il simbolismo del Serpente pervade di sé l’immaginario collettivo di culture diverse sparse in tutto il mondo: dall’Europa al Giappone, dal Medio Oriente alle Americhe, dall’Africa all’India. I Serpenti esistono da centinaia di milioni di anni ma per la cultura occidentale la maggior parte dei miti e superstizioni, che ancor oggi sopravvivono nella cultura dotta come in quella popolare, di fatto sono collegati a quelli della civiltà della antica Grecia e poi assorbiti dalla successiva visione cristiana. Inoltre, nell’immaginario popolare, molto forti sopravvivono tuttora le ancor più antiche radici celtiche.

Ancor vivo e presente nel leggendario fantastico di tutte le epoche, l’immagine del Serpente, animale tra i più ricchi di simbolismi, custodisce un significato duale, l’apparentemente contraddittorio in quanto al tempo stesso emblematico segnale di vita e di morte.

Esso è dunque da sempre portatore tanto di aspetti positivi che negativi: tra i primi si distinguono la fertilità, l’immortalità, il rinnovamento e la guarigione mentre, per gli aspetti dell’ombra, si evidenziano la doppiezza, il male, la sensualità, la mortale pericolosità. Nell’immaginario collettivo umano la figura del Serpente costruisce così il prototipo di una creatura affascinante, che racchiude in sé la saggezza e la perfidia, la sapienza e la malvagità, la guarigione e la malattia, la forza calma e la furia cieca, la fertilità e la desolazione, il Bene e il Male, la Luce e il Buio, la Morte e la Rinascita.

Il Serpente rappresenta dunque un simbolo poliedrico e polistratificato che nel corso dei millenni, attraverso le diverse culture, si è fatto portatore di molteplici valenze spesso in antagonismo contraddittorio tra loro.

Si può supporre che il simbolo del Serpente sia nato nelle caverne dove l’uomo primitivo usava le pareti per riprodurre nei suoi primi graffiti quegli esemplari della fauna importanti per la sopravvivenza e che per giunta più colpivano particolarmente il suo immaginario.

Da allora e fino ai nostri giorni, questo animale strisciante è stato utilizzato dalle diverse tradizioni sacre di tutte le razze della Terra per trasmettere un messaggio criptato che si evidenzia in particolare nella Tradizione Gnostica, in quella Alchemica ed in numerose differenti religioni che hanno percorso il pianeta. In epoche lontane in India si sviluppò un vero e proprio culto dello “spirito del Serpente” considerato risiedere nelle sorgenti e nei fiumi sacri, talvolta col compito di protegge tesori e ricchezze occultate. Le stesse valenze si ritroveranno poi nella mitologia celtica di matrice indoeuropea.

La figura del Serpente si ritrova comunemente anche nei reperti dell’antico Egitto ove viene utilizzato persino quale manifestazione fisica di alcune delle sue maggiori divinità (ipostasi).

In alcuni casi, la sua figura può tuttavia assumere anche un significato negativo quale emblema del male stesso. Nel recente passato le giovani religioni monoteiste minimizzarono la grandezza di questo nobile simbolo caratterizzato dal suo essere “al di là del bene e del male”, riducendolo ad una meschina malvagità corruttrice muovendo per questo dal comune mito della cacciata dal Paradiso Terrestre, evento imputato alla “tentazione” di Eva. Secondo il testo della Genesi proprio la conseguente disubbidienza a Javè, determinò l’eterna maledizione che nell’immaginario collettivo del popolino ancor oggi viene fatto ricadere sulle donne e sui serpenti.

Probabilmente fu in Mesopotamia che comparve la prima testimonianza del simbolismo del Serpente con il Dio Marduk e sua Madre Dèa e Serpente marino, ma l’espressione a noi più nota è di certo quella del “Bastone di Esculapio”: una asta sulla quale si attorciglia un Serpente, considerato scettro ed emblema del Dio greco della medicina.

Avvolto attorno al bastone di Asclepio, il Serpente viene considerato l’incarnazione del daimon del medico e della medicina (Il Daimon non è un demone, ma un’entità simile ad un genio, un essere divino che corrisponde a ciò che per gli egizi veniva chiamato Ba).

A seguito del fenomeno della “muta”, fenomeno mediante il quale ogni anno il Serpente, nel corso della sua crescita, cambia la propria pelle, nell’immaginario umano l’animale rappresenta uno dei più forti emblemi di trasformazione e rinnovamento. Con la sua diffusione, tale allegoria venne a indicare anche la “cura” e il “ripristino della vita” portando così ad un ulteriore rafforzamento della sua associazione con Asclepio.

Nei miti della tradizione, per piccoli passi successivi, il Serpente divenne così anche spazio il guardiano della saggezza del Mondo Sotterraneo, conoscenza che si riteneva avesse conseguito nella sua lunga vita e contemporaneamente designato quale possessore del dono della profezia, legata alla sua estrema sensibilità di animale che striscia a stretto contatto con una “Madre Terra che tutto sa e determina”. Inoltre, considerando il lato oscuro, umido, notturno, femminile, del suo simbolismo, la caratteristica di liberarsi della sua vecchia pelle e quindi il manifestarsi di un perenne ciclo di rigenerazione, questo venne associato alla ciclicità percepibile al susseguirsi di ogni nuova Luna ed estendendosi poi, allegoricamente, anche al ciclo mestruale delle donne.

Come emblema lunare, il Serpente fu visto quale simbolo di Luce e di Buio: esso viveva sia “sotto” che “sopra” la Terra, e persino in acqua. Il Serpente veniva così a rappresentare i poteri della Luna Nera, cioè le energie dinamiche provenienti dalla coscienza interiore, o Mondo Sotterraneo, che portava in superficie i poteri profetici, la pazienza, la saggezza, l’ispirazione e la fertilità. Con questa visione sotterranea si spiega l’origine di alcune situazioni mitiche in cui il Serpente divenne emblema delle acque del cielo, come pioggia fertilizzante, e in altre, rappresenti le acque del Mondo Sotterraneo, l’Aldilà. Nell’assimilarsi a queste ultime, ci porta l’analogia con l’utero che dopo una ri-nascita e nuova vita. Contemporaneamente però permane sempre anche come emblema dei poteri solari, maschili, di forza, pragmatica efficienza, astuta razionalità e rapidità.

All’estremo Nord troviamo la figura di Hel, la Dèa norrena patrona del “Mondo Sotterraneo” e Signora dei morti, sorella del Serpente Miðgarðsormr (“la serpe di Midgard”) noto anche come “Jǫrmungandr”, che secondo la leggenda è talmente lungo da poter avvolgere il mondo giacendo sul fondale degli oceani della terra; una visione mitica ad ulteriore conferma della diffusa concezione dei rapporti simbolici del Serpente con gli Inferi e le Acque.

In Oriente sia Inanna, Dèa sumera della fecondità, della bellezza e dell’amore erotico, che Ishtar, il suo analogo babilonese, venivano raffigurate accompagnate da serpenti, giacenti ai piedi della Dèa o attorcigliati su di un bastone, ed entrambe erano rispettivamente proclamate “Regina delle Acque Superiori e Inferiori” e “Signora della Luce Risplendente”.

Sull’isola di Creta, nel santuario di Cnosso, furono trovate statue di Dee e Sacerdotesse con serpenti attorcigliati sul corpo e sulle mani.

In Grecia Ecate, la Dèa della “Luna Nera” e della Morte, era talvolta raffigurata con i serpenti al posto dei capelli, così come in seguito fu nel mito della Gorgone.

Demetra, Dèa dei raccolti e delle messi, intimamente connessa con i Misteri Eleusini, nel mito era spesso accompagnata ad un Serpente.

Pythia (Pizia, Pitia o “pitonessa”) cioè “serpe”, erano dette le sacerdotesse di Apollo che offrivano i responsi oracolari nel santuario di Delfi. I loro templi erano luoghi sia di guarigione sia di divinazione.

Il nome di “Pitonessa” o “Pizia” deriva dal mito secondo il quale Apollo, giunto alla santuario di Delfi, uccise il Serpente oracolare “Pitone” posto a guardia del vecchio tempio precedentemente dedicato a una divinità femminile. Con la carcassa del precedente oracolo, Apollo forgiò il nuovo tempio. E da allora l’eco del serpente non ha mai più cessato di riecheggiare nei corridoi del nostro immaginario..-

 

 

INDICE
Simbolismo del Serpente

Introduzione

Capitolo Uno:             Il Serpente in Biologia

Capitolo Due:               Simbolismo del Serpente

Rappresentazioni del Simbolismo del Serpente
Simbolismo del Serpente nel Mito
Simbolismo del Serpente e Psicologia
Psicologia e sogno
Rappresentazioni Grafiche del Serpente

Capitolo Tre:              L’Urobòrus

Capitolo Quattro:       Il Mito dell’Eterno Ritorno

Il Serpente Simbolo di Guarigione Fisica e Spirituale
Il veleno del Serpente : morte e rinascita

Capitolo Cinque:        Serpente e antica Conoscenza

Serpente e Alkimia
La Antica Saggezza esoterica del Serpente
Esoterismo

Capitolo Sei:               Il Caduceo di Mercurio

Capitolo Sette:           Serpente Drago

Capitolo Otto:            Il Serpente e il Femminino Sacro
Medusa
L’Idra di Lerna
Lilith: La Demonizzazione della Dèa Serpente
La Luna Nera
Melusina dal mito al simbolo

Capitolo Nove:           Il Culto del Serpente
Apopi
Quetzalcóatl
I Naga
Asclepio
La Grande Dèa
La Pizia di Delfi
Il Culto essoterico pubblico e i Misteri esoterici
Significato del Serpente come animale spirituale o totem
Il Serpente nelle Iniziazioni ai piccoli misteri e grandi Misteri
I serpenti di Dioniso
La Dèa Serpente – Damballah

Conclusione

Bibliografia

 

Informazioni aggiuntive

Pagine

144

ISBN

978-88-7392-160-8

Autore / Autori

Liam A. Silcan