Descrizione
“Qualsiasi uomo se non ha la dimensione del Silenzio è meno umano. Gli manca la dimensione della profondità. Può essere largo, può essere lungo, può essere alto, ma non ha radici, non ha profondità, perciò non sta saldo sui piedi della propria identità.”
San Benedetto da Norcia Norcia, 480 circa – Montecassino, 21 marzo 547 d.C.
Il Silenzio è collegato ai nostri stati d’animo: può essere tenero come un tramonto d’estate o gelido come un’alba d’inverno, può essere lieve come il tocco delle ali di una farfalla o greve come un masso di granito, può scavare un profondo solco di distacco dalle distrazioni e dai rumori del mondo.
Il Silenzio è il fermare l’eterno inseguirsi di parole creato dentro di noi dall’Ego che teme di perdere la sua esistenza.
È Simbolo del cambiamento dall’uomo vecchio, il profano, all’uomo nuovo, l’iniziato. Il Silenzio ci aiuta a pensare, a ritrovare noi stessi, ad ascoltarci osservandoci nel profondo. Solo nel Silenzio possiamo giungere a percepire la sacralità di alcuni particolari momenti. È grazie al Silenzio che riusciamo a scorgere nuovi messaggi contenuti in testi già letti e riletti più volte; significati che prima non avevamo saputo cogliere.
Un vecchio saggio disse: “Per capire, dobbiamo pensare. Per pensare, abbiamo bisogno del Silenzio. Non possiamo vivere sempre immersi nella parola.”
Parlare del Silenzio significa parlare di un antico Simbolo polistratificato, magico gesto di potere che indica il Silenzio non solo come Segreto o mutismo, ma soprattutto come controllo di sé, come capacità di discernere, di distinguere il tempo, il luogo, le cose da dire e quelle da non dire. Tale Silenzio Esoterico è segno distintivo del Maestro poiché in esso è implicita la capacità di vedere e di comprendere ciò che per gli altri è invisibile. In esso non compare più il Silenzio imposto dall’esterno tipico del Novizio e dell’Apprendista, ma il Simbolo della volontà dominata, controllata, diretta dal Maestro che sceglie di tacere per meglio penetrare il velo della realtà fenomenica.
Ad un livello superiore, il Segno del Silenzio muta leggermente forma e diviene il gesto del Silenzio dell’Adepto, volto a indicare che l’alto Iniziato non domina solo il Silenzio ma anche la parola. Allora le dita vengono posate al lato destro delle labbra, per significare, non una chiusura, ma una capacità di imperio. Tale Segno diviene così la manifestazione esteriore di un dominio interiore acquisito, che si evolve poi in dominio esteriore che dirige con la parola e con il gesto la realtà della manifestazione, ed è finanche capace di crearla. È questa la Magica Arte del Bardo.
IL SILENZIO E LA SPIRITUALITÀ
Ci sono tre cose che un Viandante, desideroso di imparare, deve fare:
Ascoltare attentamente,
contemplare con attenzione
stare in Silenzio continuamente.
(da “Triadi Bardiche Gallesi”)
In tutte le discipline, scuole, ordini monastici, organizzazioni esoteriche di ogni epoca e paese, il “Silenzio” ha svolto un ruolo di estremo rilievo per l’impatto che ha sulla psiche umana, sia come fatto fisico sia simbolico. Anche in Oriente si possono trovare numerose indicazioni, racconti e massime sul Silenzio.
Lo Yoga, da parte sua, ci invita a mettere “la mente in bianco”, a raggiungere uno stato in cui, mediante una riduzione sistematica dei pensieri, si riesca a passare dal “rumore” al Silenzio, dal “caos” all’ordine, dalla “moltitudine” all’unità, e poi dalla “unità” al nulla. Questo è ciò che si chiama “Silenzio Mentale” (Pratayara). È l’analogo della ricerca del “mu” nello Zen cinese.
Il Pranayama ci consiglia di inspirare ed espirare profondamente, trattenendo per un breve istante il respiro. Il rallentare il respiro, porta a rallentare il battito cardiaco, e aiuta a mettere in Silenzio la mente.
La scuola Soto Zen si basa semplicemente sullo Zazen, il meditare in Silenzio dinanzi a un muro concentrandosi sul nulla, il “Mu”. In essa poi, è l’Allievo che pone domande al Maestro per accertarsi che la sua ricerca sia sempre sulla retta via. All’inizio è sempre difficile restare immobili Silenzio si e attenti, il rischio è quello di addormentarsi o al contrario l’irrequietezza: muoversi, distrarsi, fare rumore, ma la disciplina dell’esercizio portano a far apprezzare lo stato d’animo che si instaura in quei momenti di pace sino a che la meditazione ci permette di unirci al Tutto che è Uno, facendoci sperimentare almeno per un breve attimo la nostra sostanziale spazio-unità con l’intero universo e allora “vediamo” che nulla avviene per “caso” ma tutto è collegato. (…)
Nella Cultura Ebraica: come recitano i testi sacri: “una musica così remota che solo chi possiede un cuore puro riesce a percepire”. Si tratta della “armonia delle sfere”, la magica melodia delle Sfere Celesti cantata nel Medioevo europeo.
Nella Via Iniziatica di perfezionamento interiore il lavoro più sottile e profondo si compie dentro di noi nel Silenzio più assoluto, E là, solo davanti a te stesso, non puoi mentire ma solo vergognarti se non hai rispettato il Codice, poi che solo quello che distingue dalla Bestia e nel tempo ti qualifica per ciò che sei. Il Silenzio non è una semplice astensione della parola, esso è un più complesso processo di purificazione della mente che si deve sperimentare a gradi per pervenire alla comprensione della “conoscenza”. Non si deve banalizzare il Silenzio come mera mancanza di parola.
Indice
PARTE PRIMA: INTRODUZIONE AL SIMBOLISMO
CAP 1 – SIMBOLO E LINGUAGGIO
PARTE SECONDA: IL SIMBOLISMO DEL SILENZIO
CAP. 2 – IL SEGRETO
CAP. 3 – IL SEGNO DEL SILENZIO
CAP. 4 – DAL SEGNO AL SILENZIO, ALLA MANO DI GIUSTIZIA
CAP. 5 – IL SILENZIO
CAP. 6 – IL SILENZIO E LA SPIRITUALITÀ